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V I A G G I O D I
M O N T E B A L D O,
D E L L A M A G N I F I C A C I T TÀ
D I V E R O N A
Nel quale si descrive con meraviglioso ordine il sito di detto Monte,
et d'alcune altre parti ad esso contigue.
Et etiandio si narra d'alcune segnalate Piante, & Erbe, che ivi
nascono, & che nell'uso della Medicina più di
tutte l'altre conferiscono.
Nuovamente dato in luce dall'honorato M. F R A N C E S C O Calzolaris
da Verona, Spetiale alla Campana d'oro.
I N V E N E T I A,
Appresso Vincenzo Valgrisio.
M D L X V I
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A L L' E C C E L L. M E D I C O,
E T F I L O S O F O,
I L S I G N O R P R O S P E R O
B O R G A R U C C I.
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I M O L T I e gravissimi errori cagione, & à Medici & alli Speziali è stata à giorni nostri la ignoranza de semplici, ne molto tempo hà che gli huomini, quasi da longo sonno svegliati, si sono ingegnati di ridurre a poco a poco quella professione non men honorata che necessaria a qualche perfettione. E come che molti si siano con laude affaticati, un sol Matthiolo le hà tanto di lume e splendore e splendore apportato, che niente ò poco di oscuro è oggi alli studiosi restato.
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E veramente da quello rarissimo huomo, è stata la materia delle piante cosi chiara e dottamente trattata, cosi sottilmente disputata, che a giudicio di qualunque che da invidia ò da perverso animo guidar non si lascia, in ciò niuna altra opera, ne più perfetta, ne più esquisita, ne più preciosa delli suoi scritti puote esser desiderata. Nondimeno gli errori nati da la ignorantia, dal mal uso longamente nutriti, havevano cosi altamente fisse le sue radici, che infino al dì d'hoggi non si possono svegliare dalli animi di quelli, i quali per altre orme che per quelle de loro antichi, ne fanno, ne osano caminare. Onde adiviene che se bê molti i veri e legitimi ingredienti hanno imparato a conoscere; nel modo di prepararli poi, et d'insieme componerli, & in alcuni sostituti vanno tutta via dietro alli abusi, non senza pericolo manifesto dell'honore de medici, et de la vita delli infermi. Per tanto Eccell. Signor mio, essendomi data dal nostro honoratiss. Valgrisio, che havete nell'animo una vostra dottissima compositione, intitolata la F A B R I C A de gli Spetiali, di levar' al tutto quegli abusi, che per cotal causa si commettono, prima per utile e reputation della nostra arte, e beneficio di tutto il mondo, hò sentito grandissima allegrezza; poi mi son' avisato non come architetto, ma come operaio di fare alla sua Fabbrica alcun servigio, il quale per aventura, se non di ornamento, sarà almeno di qualche commodo alli habitanti. & è stato il mio consiglio questo, che considerando io che alli Spetiali, & alli studiosi, che hanno per diversi modi horamai la conition'intiera de medicamenti semplici conseguita, e per mezo della vostra opera potranno apparare il modo vero
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e la diritta ragione di componerli; Questo solo restava, di saper il luoco dove agevolmente si ritrovasse copia delle piante, che a i loro usi bisognano. Io, come quegli che i luoghi e siti dove nascono lungamente hò pratticato, e parte con la mia diligentia ritrovati, e tante volte e tante, non senza molta fatica e spesa veduti e riveduti, hò voluto scriver la presente operetta intitolata il V I A G G I O di Montebaldo, la quale se mai alcuno si degnerà di leggere, potrà condursi per via diritta, e facile a cogliere quelle herbe, che sono nelle spetiarie necessarie, ne così comunemente in ogni luogo si ritrovano, dalle quali tutto questo nostro Monte, non altrimenti che un bellissimo giardino, nel quale da varie parti da coltivatori siano molte e rarissime piante trasportate, è da natura fecondissimo. Potrà questa mia operetta essere altresi grata alli Scolari e professori di medicina, & ad ogni altro che di questa cognitione si diletta; però che havendo dalla descrittione di Dioscoride la forma, le parti, li sapori, e tutti gli accidenti di qualche pianta conosciuti, e di più dai diligentissimi commentarij del Matthioli conceputane ne la mente una certa roza imagine, se fatto li verrà di ritrovarsi (dove non una ò due; ma le centinaia di ciascuna specie in poco di spatio si veggono) senza dubio potrà da se stesso e ritrovarle, & imparare per altre volte a conoscerle. Cosi qualche volta piaccia ad alcuna honorata compagnia ò per via di diporto, ò per veder'alcuna bella pianta nel suo solo natio dalla natura prodotta, di trasferirsi a questi amenissimi luoghi, ciò a far facil cosa li sia, con questa mia istruttione sola, dove la scorta di persona prattica, e di questa materia intendente per sorte le mancasse. Questa breve istruttione dunque, partendosi dalla nostra città per andare nel monte, e da quello ritornar per diverse vie nella città, mostrerà per ordine i luoghi notabili e necessarij a saper per il viaggio, notando di una in una le sorti delle piante che ivi copiosamente nascono; dico copiosamente, perche quantunque in un spatio istesso ne nascano di molte specie, per non confondere la memoria, e per fuggir la longhezza, io segnarò solamente quelle che vi sono nella maggior copia; e medesimamente se della istessa specie, come spesso avviene, in due ò tre luoghi se ne ritrovasse, havendo notato il primo che si appresenta, non mi curerò di notar il secondo, salvo che in alcun semplice de i piu rari, dei quali farò mentione sempre in ogni luogo. lascierò anco in quei semplici, che patiscono qualche difficultà, di dir' il mio parere; e per le suddette ragioni, e perche qualche maligno non istimi ch'io voglia esser giudice delle controversie di quelli, de i quali io fò professione di esser stato discepolo. Questo in somma non sarà altro che un brevissimo compendio, over piu propriamente parlando, un'indice, ò vogliamo dir catalogo, di tutte le piante che si ritro-
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vano in Montebaldo, con i luoghi e siti di parte in parte descritti con vocaboli volgari & usitati dalli habitanti. E chi a questa materia dare altra forma havesse voluto, non una operetta, ma un volume grandissimo sarebbe riuscito; oltre che non mi vergognarò di dire che bisogno sarebbe stato d'un ingegno nelle lingue, e nel comporre piu esercitato del mio; il quale da fanciullo nella cura familiare e nella prattica più presto che nella contemplatione son stato e sono di continuo occupatissimo. Quel che si sia i benigni e discreti lettori pigliaranno questa mia fatica in bona parte; delli maligni non mi curo, perche sò bene che non che li miei scritti, ma quelli delli più famosi autori non si possono da loro velenosi morsi difendere. a me basterà che V. E. le dia quel luogo nella sua Fabrica che a lei parerà conveniente. nella quale son certo, che non solamente il veleno e la malvagità di cotali houmini non le potrà punto nocere; ma che etiandio da l'altri molto splendore acquistarà qualche poco di lume; ne deve ella sdegnarsi di accettar quello mio picciol dono e di poco valore, poi che anco nelli ampli e sontuosi edificij tra preciosi e finissimi marmi hanno luogo tal'hora le pietre roze cosi come sono dalla natura prodotte; e con questo facendo fine, molto me lo raccomando, e bacio le mani.
Di Verona, à di 15 di Settembre. M D L X V.
Di V. E.
Affettionatiss. Francesco Calzolari
Spetiale in Verona.
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I L V I A G G I O D I
M O N T E B A L D O.
D I F R A N C E S C O C A L Z O L A R I
Spetiale alla Campana d'oro,
in Verona.
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O N T E B A L D O per la sua meravigliosa gradezza, et per il sito per tutta la Italia assai famoso, e posto nelle fauci delle alpi, che partono la Rehtia dalla Italia, in confine del territorio Veronese et Tridentino. Questo si come con il suo giogo sino al cielo salendo, di altezza supera tutti i vicini monti, cosi di bellezza di sito non è a qual si voglia inferiore. Ha le sue radici da l'una parte verso l'Oriente ne la ripa de l'Adige, da l'Occidente nelle amenissime riviere di Benaco, dal Mezzo giorno ha la campagna, dal Settentrione gli altri monti contigui.
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Talmente che stando nella summità di quello, con grandissimo piacere et meraviglia de riguardanti, da man destra si vede dalle altissime rupi con rapidissime onde per stretto calle discendere il superbo fiume. a rimpetto si scopre oltra molti piccioli e fertilissimi colli, et ombrose vallette, una grandissima campagna spatiosa, uguale, non coltivata ne da alcuno albero impedita, che a vedere par un'ampia marina, a canto alla quale con flessuosi giri scorrendo l'Adige, quasi un picciolo rivo giunge ne la città, il sito della quale, e la forma, e le parti, benissimo si possono d'una in una discernere. et appressose avviene che il te(m)po sia sereno, et lucido et chiaro l'aria, si scorge tutto il piano del Veronese, tutti i castelli, et città circonvicine, non altrimenti che se fossero in un vaghissimo quadro di Fiandra dipinte. da man destra volgendosi, si scopre il lago di Garda, il quale tutto che sia lontano ben sei mila passi pare esser vicino, in tanto, che chi in giu correndo senza ritegno affrettar si volesse, temerebbe per aventura di traboccarvi dentro. d'intorno a questo lago si veggono aspre et inaccessibili montagne, altissime rive di pietra viva, scogli eminentissimi, piagge d'olive, mirti verdeggianti, colline dispessi allori vestite, molte villette, molti castelli, Isole, peninsule, navigationi, pescagioni. l'onde hora placidissime in un subito turbarsi, fremer i liti, affrettarsi i naviganti al porto, et et stando ivi tutta via sereno il cielo, poco più a basso d'ogn'intorno discendere impetuose grandini, con una prospettiva di cosi varia et stupenda bellezza, che si come non è occhio che si satiasse gia mai di rimirarla, cosi non è lingua che la potesse a pieno descrivere, ne arte d'illustre pittore tanto esquisita, che nel ritrarla non fosse sforzata di (cedere)
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cedere alla natura.
Nel monte istesso poi si trovano tante varietà di siti e di cose, che troppe lungo sarebbe il raccontarle. vi sono valli di puro sasso assai grande inequali erte et horribili. al contrario spatii grandiss. di pratarie grasse, d'erbe e di mille varij fiori vagamente dipinte, alcune piane et ombrose, alcune pendenti et apriche. e non solamente à piedi del monte e nel mezzo, ma nelle piu alte cime con stupore di chi le considera, da limpidissimi fonti scaturiscono acque in tanta copia, che sono bastevoli per il numero grandiss. di greggi et armenti, che tutta la state vi vengono a pascere. lascio di dire per brevità, delle antiche et frondute selve di faggi, elci, e quercie, alcune di castagne sole, altre di pini et abeti, alberi per la bellezza et smisurata grandezza loro dignissimi da essere riguardati. ma che diremo della diversità,del'aria. veramente ch'egli e una meraviglia che chi per questi luoghi cammina da una picciola distantia all'altra vi sente tanta differentia, che gli pare non solamente mutar regione ma etiamdio clima. rispetto che questa a parte sarà apposta al levante, quell'altra all'occaso, una talmente situata, che s'abbrugerà dal sole, un'altra che haverà l'ombre perpetue, qui stanno le nevi et il ghiaccio tutta la state, la si sentono ardori, in altra parte d'ogni stagione si gode una temperata primavera, e da questa diversità de siti senza dubio nasce, che in questo luogo si trovano tante varietà di piante e di natura calde e fredde, e silvestre e domestiche, acquatiche et montane, quanta in nessun'altra della Italia da la città di Verona alla pianta del monte non vi è differentia di piu di venti miglia, da quella alla summità poco piu di cinque ò sei.
Partendosi donque per andar a Montebaldo, fuori subito della città, si cavalca per una campagna grandissima, nella quale nasce copia di
Tithymalo caracia Anchusa di tutte tre le specie
Paralio Mille grana, o vogliam Centumgra=
Heloseopio na, da alcuni Epipastide.
Cyparisia
Pytyusa
Poco piu avanti vi è copia di
Rhamno della tertia spetie Securidaca
Paliuri descritti da alcuni Dipsaco
Blattaria Atratyle
Rosola cosi detta volgarmente, Rubea
quando è la pianta picciola, e Thlaspi di molte specie
quando è grande scodeno, però Plantagine acquatica
che è una istessa pianta. Cotimo Sion
Pli. Sisimbrio acquatico di due sorti
Geranij di molte sorti Xiphio
Eryngio Ocimoide
Lupino dom.e sil. Glaux
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Fra tanto si giunge ad una villa distante otto miglia posta nella destra ripa de l'Adige a canto la campagna, villa assai conosciuta da oltramontani per essere alloggiamento et passo delli eserciti loro per la Lombardia, chiamata Bussolengo da una collina che in ripa al fiume è tutta di schietti boschi di bosso ricoperta. Di qui caminando più oltra si vede nascere
Il Botris Il Bellis maggiore e minore
L'Iperchoo La camomilla bianca
L'Astragalo La rossa Adonis del Matthioli
Il Terebinto albero La cottula fetida
L'Abrotano bianco L'Acantio
Il Machaleb albero L'Erytrodano
L'Elichriso L'Aparine
La Flammula Iovis Il Gallio col fior bianco, e giallo
L'Onosma L'Alyson
Il Berberi L'Altea
L'Holostio Il Colchico fiorito
L'Amello di Virgilio Il Myagro
L'Alismo Il Lagopo
Il Ramno L'Egilope
La Spergula Il Polio secondo
Il Tragopogon con fior azzurro e Il Licio
giallo Il Colchico senza fiore
Si perviene poscia ad un mio poderetto detto Rivole dove anticamente fu un castello sopra un picciol monte per il sito a quel tempo inespugnabile. è molto nominato nelle historie di Verona, del quale si veggono ancora le roine. quivi comincia la Valle lagarina, per la quale si cammina a Trento, e nella Alemagna hoggi di chiamata La Val dall'Agri, fin a questo castello si crede che altre volte inondasse l'Adige, non essendo ancora da l'arte aperta quella bocca del monte, che da tutti hora si dimanda Chiusa. e per ciò che le merci qui tutte come in porto arrivano, il luoco esser stato nominato Riule. Quindi partendo e cavalcando per una valle di fertilissimi terreni, e bellissimi fonti copiosa, si trova
La Pulsatile L'Alliaria
Il Ligustro Il Psylio con fronde di coronopo
La Resida di Plinio La Polemonia
La Polygala L'Osiride
Il Diopteris La Condrilla
Il Polypodio La Digitale lutea
Il Tribolo terrestre La Digitale purpurea
Limello lopin La Cacalia
L'Asclepiade Vincitossico da al= La Centaurea media
cuni L'Agerato
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L'Aristolochia longa L'Hermodattilo di Mes.
L'Aristolochia rotonda La Lunaria odorata
L'Eufragia L'Ocimo di Marco Varrone, detto
L'Enante dalli habitanti Formentone
Il Galiopsi L'Atriplice sativo e silvestre
L'Eupatorio di Dios. La Timbra
L'Eliotropio maggiore Il Daphnoide
Il Ballote L'Helleboro negro
Il populo bianco e negro La Brionia
L'Alno Il Croco
L'Iberide Il Camepithio
Il Frumento saracenico del Mat Lo Stachis
thioli La Draba
Il Periclimeno
In capo a questa Valle è la villa di Caprino, dove comincia la pianta di Montebaldo, e quivi fa mestieri di provedersi di vino, pane, et altre cose necessarie per mangiare. pero che da qui inanti non si trova se non cafe de pastori, et luoghi per il piu hinabitati; oltre che bisogna haver seco vestimenti da diffendersi il giorno da pioggia e venti, e la notte dal freddo. Passata quella villa si vede
La Viola arborea Il Delfinio Flos regius,
La Scabiosa Il Delfinio consolida regale
Il morso del Diabolo La Viola bianca di Theofr.
Il Ranonculo con fior bianco L'Oxis
Il Morso di Gallina L'Alestorolopho, over Christa galli-
L'Anagallide maschio e femina nacea
La Iacea negra Il Piede anserino
La Siderite Achillea Il Xantio
La Mitridacea L'Anthillide
Il Simfito grande Il Dittamo bianco
L'Alopicuro Il fior del sole del Matthioli.
Cominciando poi ad ascendere si trova la Corona dove è un tempio dedicato alla Madonna di molta devotione, ma men raro per il sito che lo rende quasi inacessibile. a questa devotione concorre un numero grande di persone, massime del contado, tutti i giorni solenni d'essa Madonna. fa bisogno che passino prima da un monte all'altro per un ponte di legno assai lungo, poi vadano montando per un ertissimo calle et tanto stretto che non cape commodamente più d'uno, onde l'uno con l'altro rincontrandosi si possono a pena dar luoco di trapassare. Questo colle è intagliato col scalpello nella sponda del monte, la quale e fatta dalla natura di pietra viva a perpendiculo a guisa d'un muro, et è alta dal calle alla cima del Monte un tratto d'arco. Dall'istesso al fondo mezzo miglio. Ma quanto piu questo passo è spaventevole
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a riguardare e faticoso da varcare tanto più ci invita all'ascendervi, e per veder cosi bella e solitaria devotione; e perche fu'l detto sentiero nasce copia di sei over sette bellissime e rare piante.
La Sassifragia maggiore del Mathio La scandice
Il Dauco cretico lo La Spina bianca
Il Split, il Piretro La Virga aurea
Partendo dalla Corona si trovano Il Batrachio d'Apulegio
La Palma di Cristo di piu sorte Il Gingidio
Il Camaleonte bianco L'Elatine
Il Centonculo La Pitine di Theophrasto
La Bistorta Li Verbaschi di piu sorti
L'Epigiro La Gariophilata montana
La Campanula del Fucsio L'Ophioglosso
Il Lemnio di Plinio La Sanicula diapensia
L'Hastula regia dal fiore bianco La Sanguisorba
L'Ornithogalo L'Aro minore
La Gratia Dei La Cardiaca altramente Licopsi
La Coriza di tre sorti Il Seseli cretico
Il Seseli Ethiopico Il Seseli peloponneso
La Mirrhide La Centaurea maggiore
La Cicuta Il Phalangioin grandiss. copia
La Perfoliata Il Climeno di Plinio
L'Aizon di molte sorti Il Climeno del Matthiolo
La Falaride Il Tritico vaccino
L'Osilapatho Il Pie d'oca
Il Sesamo L'Eruca
Il Rhus L'Auricula muris
La castagna L'Epimedio
L'Osiacantha alberi grandiss. La Phillirea
Il Thalitron La Tilia
Dopo la Corona si puo alloggiare alla Ferrara dove poco l'uno dal'altro distanti sono Prabazar, il Maon, et Novezza, luoghi piu coltivati et domestici de gli altri che sono piu alti, di qui pur ascendendo si entra in grandissime pradarie grasse dotate di fontane belliss. dove gran copia di greggi e d'armenti pascono dal Maggio fin'al Settembre. fra quelli spatij nascono
L'Alchemilla Il Croco marcio
Il Peplo Il Poligonito angustifoglio
L'Ormino silvestre Lo Scorpioide
La Trinità La Prunella
L'Aconito pardalianche d'alcuni L'Erisimo
La Bella Donna La Picris maggiore e la minore
L'Asaro L'Orchis di molte sorti
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L'Anthirrino di due sorti Lo Sferracavallo
La Tussilagine di due sorti Il Seseli peloponnese copiosamente
Il Bellis ceruleo L'Hastula regia col fior giallo
Il Hiosciamo bianco La Primula veris
Il Phu piccolo L'Ambrosia di due sorti
La Sagitta del Cordo L'Amello in assai copia
L'Onobrichi Allium anguinum Mathioli
La Lonchite aspera
Caminando per queste praterie si ascende in Artilon, dove a man destra è un vallone grande e profondissimo, che tiene quasi dalla cima del Monte in fin a l'Adige, nel quale calano le acque che piovono, et etiandio quelle che d'intorno da fonte scaturiscono. Questo Vallone domandato dal sopranominato loco la valle d'Atilone,valle veramente da esser ricordata, e celebrata da quelli, che della cognitione de simplici si dilettano, pero che in questa si ritrovano in abondanza tutte le specie delle piu belle e piu rare piante che nascono, non dirò nella Italia sola, ma forse in tutta la Europa, et io posso ben dire di non esservi sostato volta, che non vi habbia qualche bella o non piu veduta pianta ritrovato. In quella nascono, oltre la maggior parte delle già scritte piante, quali di ridire pretermetto per schiffare la prolissità, copia grande delle infrascritte, cio è di
Scorodonia Uva d'orso
Pilosella maggiore, Filice maschio e femina
minore e mezana Tilia arbore
Phu della terza spetie, Gnafalio Tasso arbore
Sempre vivo maggiore e minore Arisaro
Polmonaria Ciclamino di due sorte in copia
Spica celtica Crisanthemo col fior bianco
Siderite prima Phillirea
Rubo ideo Mirtillo del Matthioli
Onagra Cameceraso
Solidagine saracenica Virga sanguinea
Bisfoglio Arbuto
Sambuco racemoso Clematide seconda
Sorbo torminale Senecio maggiore
Sorbo silvestre del Matthioli Fior di S. Giacobo
Aconiti di diverse sorti Tormentilla
Angelica Lucciola
Napello col fior bianco Gentianella col fior azurro
Noli me tangere Luparia
Tertumalio cio è Titimalo mag= Napello retiforma } sorte de na=
giore Tora pelli
Cirsio Antora
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Sigillo di Salomone, over di S. Maria, Nardo montano, Lunaria dal Graspo, Dauco cretico in gran copia, nasce fuori dalle fissure de ceregi. Ophris, Apio crespo, Potentilla in copia, Tragio germanico, overo vulvaria, Betonica Licnis silvestre, Ciano maggiore e minore, Viola mariana, Campanula cerulea, Driopteris, Orobanche, Hissopo, Satureia, Clinopodio, Costo amaro commune delle spetierie. Muscho terrestre, Erica prima e seconda, Philon, Herba paris in gran copia, Mev, Carvi, Combreto di Plinio, Viola Zalla, Genista alpina, Petasite, Panace chironio, Dentaria, Sanicula del Cordo, Sassifragia bianca, Martego, La digitalis, Diapensia, sive sanicula, Fragaria assai, Lampsana.
Di sopra a questa valle sono alcune case di Pastori, dove è il confine del territorio Veronese col Trentino.
Di qui poco lontano è una selva grandissima d'alberi resiniferi, Pini, Abeti, Picee, Larici, Iuniperi. non resiniferi, Tilia, Betula, Carpeni, Anagiris primo et secondo, Aqifolii, Folij arbori, et altre sorti.
Nellaqual selva cogliono li montanari la Resina, l'oglio d'avezzo e l'agarico. Intorno a queste case sono mesimamente prati che producono copia grandiss. d'elleboro bianco, di carlina, calamento montano, gentiana, et tutte le sorti di napelli.
A scendendo verso la cima si trova per gran spatio il Siler montano, e'l Seseli peloponnese, delquale la radice alcuni impostori già hanno voluto usurpare per il vero cisto nelle loro Theriache. Si trova etiam il vero Cisto et l'Ipocistide. A man destra si lasciano alcune alte, et asprissime pendici da capre salvatiche, lupi, orsi e simil'altre fiere solamente frequentate nellequali dalle vive pietre usciscono gran quantità di quelle tre rare piante altrove notate, ciò è Nardo montano, Spica celtica, e Dauco cretico. Quindi poco distante è Monte Maggiore, cosi detto perche eccede di altezza tutte le altre cime di Montebaldo, dove è una piaggia herbosa, et assai piana, nella quale stando si vede un grandissimo paese d'ogni intorno di campagne e di pianure con molte ville, capitelli e città infino a Padova, Ferrara, e Mantova. Dall'altra parte si signoreggia tutte le riviere di quà e di là del Lago di Garda incominciando a Riva dove esso Lago comincia, infino a Peschera dove finisce, col principio del Menzo. Questi luoghi sono vaghi, amenissimi e pieni di tutte le delitie. vi sono giardini di cedri, limoni, e pomi d'Adamo, belli, verdi e d'ogni stagione carichi di fiori e di frutti, come se ivi fosse di continuo una bellissima primavera. Quivi è una maraviglia il vedere le siepe vive di allori per le strade indifferentemente verdeggiare, et altrove delli istessi allori dalla natura esserne prodotti i boschi intieri e grandissimi. Ma questo supera ogni maraviglia il sentire per tutte quelle piaggie spirare suavissimi odori dalli aranci e da mirti, li quali in ogni campo, in ogni prato senza molta coltura provengono belli e morbidi non altrimente
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che li salici e li olmi nelle altre ville. Della fertilità di questo terreno chi crederebbe che d'un giardino di cedri, che non eccederà mezzo piviero, o come diciamo noi mezzo campo di terra se ne cavi cento e tal'hora cento e cinquanta scudi all'anno e mi sovviene con grande ammirazione haver piu volta veduto in uno istesso campo li olivi spessi et bellissimi, sopra li quali sono legate le viti, sotto le viti poi esservi anco un copioso raccolto di lietissime biade. Ecco li fonti di puro cristallo, le rive correnti, che per quelle villette con grato mormorio discorrono, sopra liquali con non poco utile sono fabricati molti e belli edificij, da macinare, da spremer l'oglio, da far la carta, e da lavorare li ferramenti, de i quali la materia si cava dalle miniere copiose che sono in coteste parti. In somma non senza ragione questa per picciola che ella sia, è giudicata la piu vaga, la piu deliciosa riviera di tutta la Lombardia. Queste poche parole ho io voluto in questo loco fervere per invitare coloro che verranno in Montebaldo, a vedere anco questa bellissima contrada; laqual cosa oltre che non sia senza loro grande piacere e sollazzo, le sarà ancora cagione di poter vedere appresso le sopranominate, tra altre rarissime piante. però che in Tori, valletta posta di qua del Lago, vi si trovano molte piante di mandragore. a S. Vigilio si vede la sponda d'un monte tutta piena di Rhododendro, e dal fior rosso, e dal fior bianco. Ne l'isola de i frati verdeggia una bellissima Palma, la quale in questo nostro paese può essere cosa rara notata. Ma ritorniamo alla materia proposta.
In Monte maggiore nascono la Lunaria dal graspo, Li Doronici, Le Sanicule di molte sorti, Il Leontopodio del Matthioli, Il Geranio argenteo, L'Alchimilla argentea, Il Polio primo, L'Auricula muris, La Calaminta, L'Aquileia roana, Il Cinocrambe, Il Gneoron del Matthioli, La Picea silvestre detta dalli habitanti Mughi, Il Pino silvestre montano, La Lampsana, La Fabaria, Il Scorpioide, La Lunaria greca, La Camelea, La Thimelea, L'Orobanche molto grande.
Appresso Monte maggiore dalla parte verso occidente è un luoco dimandato Val delli Ossi, non per altra cagione come credo, senon per che vi è una valletta con le sponde intorno in forma di Theatro, le quali sponde sono fatte di certi sassi perforati e prominenti, che veramente hano sembianza d'ossi e di calvarie umane. Questo effetto di escavar questi sassi m'imaginerei io che da altro non procedesse che da l'eccessivo freddo p'esser questa parte poco tempo toccata dal sole, per cio molte e molte fiate che mi son ritrovato da mezo Luglio vi ho veduto della neve e del ghiaccio. Intorno a questo loco si trova copia di Emptafilo, Iberide, Ilice, Filipendula di due sorti, Le Condrille, Hedera terrestre, Cardo vulgare, Menta prima, Menta seconda, Mentastro, Solano furioso, Libanotide, Sphondilio, Pistolochia, Serpilli di due sorti, Panace Eracleo, Colutea, Aparine, Phillide, Simphito petreo, Pentaphilo bianco, Verbenaca, Apocino, Umbilico di Venere secondo, Phiteuma del Ma=
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thiolo, Sambuco montano.
Poco disacosto dalla Valle dalli Ossi, cominciando a discendere quasi per tutta quella sponda dimandata Val vaccara, si trovano praterie di minutissime herbe verdi tanto che quasi nere paiono, dipinte tutte di mille varietà di fiori eguali, da nissun sasso ò sterpo occupate, e di maniera morbide, che avegna che siano dalli armenti tutto il dì pascolate, rimettendo la notte quanto di herba hanno il giorno perduto, la mattina si veggiono fiorite et intatte, et senza servar vestigia alcuna di pastura piu vagliono assai di molte che sono da siepe ò muro in dilitiosi giardini custodite. In queste fioriscono
L'Arthetica, La Galiopsi, La Gariofillata montana, La gentiana, La Tapsia, Il Peucedano, Il Rhododendro alpino, Il Potamogeton, Le ferule, L'Anonide, Il Cardo latteo, L'Herba gattaria, Il Grame di parnaso, L'Agerato, La Ptarmica, La Peonia,
Nel mezzo di questi bellissimi prati è un picciol spatio piano a modo d'un semicirculo con le sponde d'intorno nel monte non so se da l'arte ò dalla natura intagliate. Ivi entro da natural vena il quanto in alto salendo per il vivo sasso esce tanta acqua che poi non senza dilettevol suono nel piano ricalando vi fa una grande e chiarissima fonte. L'acqua poi, quella dico che fa soprabonda al colmo della fonte, prima quella piccola piaggetta circondando, con diversi ruscelletti, poi per le fresche herbette discorre. Questa fonte dalli pastori è nominata la fontana di brigaldello sì per l'abondanza de l'acqua, come per la bontà per la quale è stimata salutifera fra tutte le altre fonti, per quelle contrade famosa e frequentatissima. per la qual cosa tutti quelli che per il monte sono venuti, quivi invita alle grate ombre a rifrescarli. dove anco intorno a i limpidissimi rivi vederanno gran copia d'Imperatoria. Presso Val vaccara giace Ime e Val Basciana, dove si vedono
L'Abutilon, La Cruciata, La Barba di capra, L'Aconito giallo dal fior di rosa in copia, La Radice rhodia, Il Capno, La Rubea sativa, L'Alisma, La Iacea, Il Cirsio, La Centaurea maggiore in gran copia.
Contigua a Val Basciana, ma alquanto piu basso, si trova Val fredda. Queste valli sono istessamente praterie, ancora che men belle e meno spatiose di quelle di Valvaccara; ma per la cagione che così si nominano, io non so che di certo affermare, basterammi per satisfar a quanto di alli lettori ho promesso, di ricordare le piante che vi nascono. Nasce donque in Val fredda
Il Poligonato dalle foglie strette, Il Climenio di Plinio, L'Eritrodano, L'Elaphobosco, L'Echion, La Genesta germanica, Il Celidonio minore, Il Cirsio, La Daphnoide, La Camelea, Il Coronopo sativo over serpentino, L'Hiperico, L'Asciro, L'Androsemo, Il Cori.
Fin qui si trovano tutte quelle rare piante di sopra nominate. Di qui per ritornarsene a Verona, il che si puo e per la istessa sopra dimostrata e per diverse altre vie, non si trova pianta che degna sia d'esser ricordata, o che in maggior copia non provenga in alcuno de i gia descritti luoghi, per tanto
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per osservar quella brevità, che nel principio promisi, non mi voglio col mio Viaggio stender piu oltra, rimettendo ad ogni uno il ritornar per quella strada che più li piacerà. E con tutto ch'io mi sia sforzato con quella maggior brevità e facilità che per me sia possibile di condurr' al fine questa mia operetta, sò che non mancheranno di quelli che diranno, che in poca materia io hò troppo parole speso; alli quali dico che altra cosa è trovar le herbe nelle spetiarie, altro cercarle nella campagna, dove il nome loro non si trova di fuora via dalle scatole dipinto; però è necesario spesse volte descriver particularmente i luoghi dove nascono; nondimeno, chi tanto della brevità si diletta, lasci star di leggere cotali discrittioni di luoghi, e del solo indice delle piante si contenti; ne dubito punto che non siano di quelli ancora che diranno che a troppo baffo e tenue suggetto è scrivere della virtù della centaurea, delle medicine de i cauli, e de l'uso della betonica. Intorno a i quali si sono grandissimi autori affaticati. E che Montebaldo non è costì basso come loro pare; tutta via coloro che sono cosi teneri della mia fama, voglio che sappino, ch'io non hò pigliato questa fatica per acquistarmi laude, ma per satisfar' alli miei amici, et a quelli della mia professione; laquale io hebbi sempre in animo di giovare et aggrandire in quanto si estendeno le mie forze. Ma se si ritrovassero di quelli che dicessero questa mia fatica essere di nissuna utilità; à questi dico che non devriano starsi con le mani a cintola, ma ricercando piu diligentemente il nostro paese, mostrandoci dove potessimo con maggior comodità ritrovar quelle herbe fresche e ben staggionate, che essi da lontanissimi paesi portate vecchie corrotte e svanite nelle loro compositioni hanno fin'hora, come piace a Dio, mescolate. Et oltra di questo li dico che se a loro non gioverà; gioverà a quelli i quali non per guadagnar solo, ma per utilmente adoperare li semplici, si sforzano di havere i legitimi. Altri forse mi riprenderanno, che mi sia messo a scivere d'un luoco particolar privato e non conosciuto. a questi rispondo che se Montebaldo fosse da chi si diletta di semplici cosi poco conosciuto, come essi per aventura stimano; l'Aldrovandi, l'Anguillara, M. Antonio Tolomei, M. Giulio Moderato, il Clarissimo, et Reverendiss. Monsig. Girolamo Lippomani Gentil'huomo Venetiano, L'Eccell. M. Domenico Montesoro, L'Ecc. M. Girolamo Giuliano Medico di Verona, l'Ecc. M.Ludovico Fumanello, medico e semplicista rarissimo, il signor Iacomo Moscaglia, et il signor Francesco Genaro, ambedui Gentil'huomini cortesissimi, et miei amorevolissimi compadri, e molti altri, che si dilettano molto di questa professione, per ricercarlo tutto non haveriano più volte meco durata una tanta fatica. e che il Fracastoro e M. Luca Ghino huomini rarissimi, i quali di farmi in questa professione affaticare, mi sono stati autori, et altri eccell. medici di questa città e d'altre, con i quali son sempre stato insieme, e per honorarli e per imparare, non si sono sdegnati d'alcuna volta ri=
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trovarvisi per contemplare nelle piante i varij e bellissimi effetti della natura; ma senza altri testimoni, se in fatto delle piante niuna ne è rara, laquale il nostro aere patisca, che quivi non si truovi abondevolmente, perche non deve Montebaldo per uno de i principali da semplicisti esser nominato. Quelli mò che di veder questo non si contentano, laudo che ricercano Candia, Cipro, la Soria e l'Indie, come hoggidì fa l'honorato M. Cecchino Martinelli Spetiale all'Angelo in Venetia, per questo e per molte altre rare qualità dignissimo d'ogni laude; e come io sarei del stato nel quale io mi trovo, e della fortuna mi fosse conceduto.
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I L F I N E.
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